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Fili, intrecci, legàmi

Aggiornamento: 17 nov 2022

- Piccola Premessa -

Questo estratto ha una colonna sonora molto precisa che non è semplicemente un sottofondo, è parte della scena. La signora Bea, protagonista di queste righe, sta ascoltando un pezzo che scoprirete leggendo, troverete il link durante la lettura. Questa musica è forse il motore di questo momento, oltre ad avermi fatto compagnia nella stesura di questo passaggio.


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La vecchina rockettara si era lasciata andare sul retro del negozio. Infilate le auricolari a forma di scimmiette, aveva deciso di concedersi qualche minuto sulla sua sedia a dondolo per abbandonarsi ai ricordi. Il suo angolo di paradiso, con“21st Century Schizoid Man” a solleticarle le orecchie, da sempre capace di risvegliare le sue energie, e il gatto Osvaldo a scaldarle le gambe, dormicchiando sornione su di lei.


Lasciò la chitarra a frullarle ironica e ebbra nei timpani, come un gruppo di baccanti. Rimboccate le coperte delle sue palpebre felici, per un po’ distaccò i piedi dalla realtà, e prese a saltare un gradino alla volta sulle sinapsi, verso posti lontani.


Se ci fate caso, sulla strada della mente anche spazi inconciliabili a volte si incontrano: quel caloroso retrobottega, la strada stordente di clacson, l'isolato solitario bianco ghiaccio dove abitavano Licia e la sorella. E ancora le colline, il cielo, le vette intangibili dell'immaginazione.

In quel momento per Beatrice sarebbe bastato solo un altro bel salto per raggiungere persino un altro mondo.

Spesso storie intere passano attraverso fili, intrecci. Legàmi.

Il cordoncino delle auricolari, narratore di musica e parole, la miriade di collegamenti cerebrali. I rapporti umani.

A volte è così anche per il filo che ti lega al destino: tieni in mano un capo e non ti chiedi dove sia la fine, ignori che dall’altra parte qualcuno possa ascoltarti. E invece, come con uno di quei telefoni di barattoli e spago, sollevando un capo puoi sentire l'universo. E viceversa.


Qualcuno, da lontano, aveva preso in mano il barattolo la cui corda conduceva a quel puntino colorato di Perugia. A poco a poco aveva tirato lo spago lasciandosi condurre e si era ritrovato in posti nuovi, impensabili. Ed era arrivato lì, in quel ritaglio solitario e carico di sogni: il piccolo negozio di Bea Marchesini.



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